Ecce Crucem Domini! Fugite partes adversae!

Il committente è senza dubbio Papa Innocenzo III, e tre le botteghe di pittura impegnate nella realizzazione, forse francesi, il tutto portato a termine tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200.
Il noto storico dell’arte Roberto Longhi, ritenne che tra questi vi fosse il maggior artista della prima metà del ‘200. Costui fu infatti capace di creare figure dotate di innovativo naturalismo, realizzando le sue scene in piena libertà tecnica, utilizzando schemi plastici ed espressivi che preannunceranno gli sviluppi della pittura di Giotto e Cimabue.

Il committente è senza dubbio Papa Innocenzo III, e tre le botteghe di pittura impegnate nella realizzazione, forse francesi, il tutto portato a termine tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200.
Il noto storico dell’arte Roberto Longhi, ritenne che tra questi vi fosse il maggior artista della prima metà del ‘200. Costui fu infatti capace di creare figure dotate di innovativo naturalismo, realizzando le sue scene in piena libertà tecnica, utilizzando schemi plastici ed espressivi che preannunceranno gli sviluppi della pittura di Giotto e Cimabue.

Nell’Apocalisse si parla dell’Agnello sgozzato ma ritto in piedi, al quale spetta il potere di aprire i sigilli del libro, cioè di svelare il senso e la direzione di tutto il creato. La storia ha una rotta e il mondo ha una direzione dove compiere la sua evoluzione, è la ricapitolazione di tutte le cose in Cristo per essere alla fine riconsegnato al Creatore.

Il libro dell’Apocalisse con il suo linguaggio di immagini, dove i colori si alternano dal cupo delle sciagure e della paura, ai brillanti della vittoria e della fiducia, svelano il senso di questo cammino svolto nel tempo. La cripta di Anagni interpretando le immagini dell’Apocalisse è una guida nella lettura e nella meditazione dell’Apocalisse.

La catechesi del Papa Benedetto XVI che accompagna la visione della cripta di Anagni, aiuta a rileggere nel presente e nel futuro l’Apocalisse, non come catastrofe o distruzione, come spesso si è sospinti a tradurre questa parola, ma nello stupore di trovarci a guardare il senso del vivere, del morire, della direzione e del futuro di ogni esistenza.

In tempo di persecuzione, in cui vivevano i cristiani contemporanei di Giovanni, autore dell’Apocalisse, era estremamente importante guardare avanti e comprendere la storia che si stava vivendo, lasciarsi illuminare dalla speranza e dalla fede.

Visitare questa mostra, sarà una ricerca del senso del proprio esistere, una verifica dei valori a cui si fa affidamento e una meditazione sulle realtà “ultime”. Condotti dalle immagini e dalla catechesi del Papa entriamo nello spazio interiore, per contemplare il mistero dell’amore di Cristo dispiegato nel corso del tempo e in ogni parte del mondo.
Buona visita, dunque, e che le immagini e le parole risveglino in ciascuno la speranza e la gioia di cercare il senso vero della propria vita.